Forse non tutti sanno che alle pendici del colle Cerreto Piano, celata in parte dal muro della ferrovia di Cittaducale, sorge la Basilica di Santa Maria di Sesto, piccolo gioiello architettonico dall’importante valore storico.
Questa chiesa, rimasta inutilizzata per molto tempo, oggi possiede un aspetto curato ed accogliente grazie all’opera dei volontari che si sono adoperati affinché lo stabile potesse tornare agli antichi splendori.
In effetti, questo luogo che è stato per molto tempo il cuore delle attività religiose civitesi, ha origini antichissime. La sua edificazione risale all’anno mille e si suppone che la struttura abbia preso il posto di un tempio pagano dedicato alla dea Vacuna.
Ancora dubbiose sono le ipotesi sull’origine del nome, ma due sembrano essere le teorie più accreditate. La prima è collegata alla sua posizione geografica: sorgendo infatti sulla via Salaria, al VI miglio romano da Rieti, poteva essere un punto di riferimento per i pellegrini. La seconda ipotesi si lega invece al VI mese del calendario pre-giuliano, data in cui si celebrava l’Ascensione di Maria.
Dal momento che gli abitanti hanno ancora memoria dei festeggiamenti che qui venivano fatti durante le giornate del 15 e 16 di agosto, è probabile che questa seconda opzione abbia una sua validità. Quello che è sicuro, è che oggi si sta cercando di riportare alla luce questa tradizione, come si evince dalle scampagnate qui organizzate durante lo scorso Ferragosto.
Ma cosa rende questa chiesa davvero importante? La risposta va senz’altro rintracciata al suo interno. Oltre ai bellissimi affreschi che sorgono a ridosso dell’altare e al tetto di recente riedificazione, a colpire l’attenzione è una lapide del 1620 posta al centro della navata dal vescovo Pietro Paoli Quintavalle in occasione dei lavori di ristrutturazione.
Le incisioni recitano “P. APUL. QUINT. EP.US C.DUCALIS BASILICAM S. MARIAE DE SEXTO IN UMBILICO ITALIAE XL DIERUM INDULG. STAT. VIST. DOM. AC FESTIS A.D. MDCXX”. Ad una prima lettura potrebbe sfuggire il fatto che il vescovo indichi questo luogo come “UMBILICO ITALIAE” ma è un particolare di estrema rilevanza se si pensa che anche in diversi autori latini, come Plinio il Vecchio, si ritrovano le stesse indicazioni geografiche che porterebbero ad individuare in questo territorio il vero centro d’Italia.
In qualsiasi modo stiano le cose, la basilica di Santa Maria di Sesto merita davvero una visita anche solo per la sua lunga storia. Attraverso le crepe, si può percepire l’antica bellezza delle pareti affrescate per intero, sulle quali si sovrappongono tre strati di affresco appartenenti all’anno 1000, 1200 e 1300.
Non va nemmeno dimenticato che, dove ora sorgono le pietre, in passato si leggevano grandiosi mosaici di cui ancora oggi si può ricavare traccia, soprattutto nella parte esterna del sagrato dove, come sostiene la testimonianza di Felice Gianfelice, fino al 1880 sorgeva il cimitero.