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Il valore del sito archeologico di Vespasiano

Prima di addentrarci in ambiti artistici ed architettonici riguardanti le antiche terme di Vespasiano a Cotilia, ripercorreremo un brevissimo excursus storico-politico che ci porterà a comprendere il valore e la preparazione politico-culturale di uno dei più grandi imperatori della storia di Roma. Vespasiano era un generale che aveva fatto carriera nell’esercito e che non proveniva dalla nobiltà romana, ma più modestamente da una famiglia equestre di Rieti. Riguardo l’assunzione del potere, possiamo notare che, come spesso accade nella storia, gli avvenimenti iniziano dal basso e non dall’alto. In quel periodo c’era un conflitto latente, strisciante tra due contendenti alla somma carica di imperatore: Maciano e Vespasiano. Entrambi comandano diverse legioni, il primo domina la Siria, mentre Vespasiano che ha combattuto in Giudea sino alla vittoria (profigaverat bellum judaicum Vespasianus) comincia ad essere consapevole della sua forza e del suo peso politico. Lo storico Tacito, usando una sorta di psicoanalisi ci fa quasi immaginare e indovinare i motivi che spingono i personaggi a muoversi, e non possiamo non pensare a Goethe che affermava:”Lo scrittore cagionerà noie se non lascia nulla da pensare”. In quegli anni Vespasiano ha compiuto 60 anni, ed appare titubante, all’orizzonte è comparso un terzo contendente, Vitellio che comanda le legioni in Germania. Vespasiano ha notevoli qualità, impersona l’ideale del comandante romano antico (Catone il Vecchio lo aveva definito un comandante pronto ad entrare nella mischia senza preoccuparsi della propria sorte). Muovendosi con cautela, senza spargimento di sangue, Vespasiano parla ai vari popoli che compongono l’Impero Romano, tiene in giusto conto il Senato, l’esercito è con lui, così verrà acclamato, come si conviene ad un imperatore romano, dal popolo, dall’esercito e dal Senato. Vespasiano fu colui che più di ogni altro si adoperò per una ricostruzione razionale di Roma; così un modesto figlio di provincia fu capace di valorizzarsi e valorizzare la propria terra di origine.

Il complesso monumentale delle Terme di Vespasiano a Cotilia ne è un brillante esempio. Il luogo è conosciuto come villa di Vespasiano o palazzo di Vespasiano. La costruzione si estende per circa cinque chilometri, fino alla villa di Tito che si affaccia sul lago di Paterno. Anticamente il luogo era dedicato al culto della Dea Vacuna; alcuni archeologi affermano che la villa di Vespasiano sorse esattamente dove un tempo di ergeva il santuario della dea. Le sorgenti presenti nelle vicinanze della villa, da sempre nell’antichità erano note per le loro proprietà terapeutiche, di conseguenza Vespasiano si attivò per potenziare i luoghi ove era nato. Oggi, la villa si presenta articolata su quattro terrazzamenti della lunghezza di circa 200 metri, al centro della seconda terrazza si trova la piscina (60 x 24), con una struttura che fa pensare alle attuali piscine. L’opera risulta scavata nella roccia. Da questa spianata si possono osservare i resti di costruzioni di vario genere. Dietro queste strutture correva un corridoio coperto, con una scala ancora in parte visibile che dava accesso al piano superiore, di cui oggi è rimasto ben poco. I ricercatori si sono dedicati con interesse allo studio dei vari corsi d’acqua che alimentavano la piscina mantenendola ad una temperatura gradevole in ogni stagione. Infine deve essere ricordato il pensiero politico di Vespasiano, simile ad un testamento da tramandare alle generazioni future, una testimonianza unica, scritta nella sua villa di Cotilia, ove l’imperatore amava soggiornare espletando le mansioni amministrative attraverso la costante visita di senatori, militari ed ambasciatori. Vespasiano affermava che Roma rappresentava una grande entità statale, multinazionale e multietnica, in grado di tenere uniti, attraverso un senso comune di appartenenza popoli in origine diversissimi per tradizione, cultura ed organizzazione sociale. L’imperatore era convinto che questa unità avrebbe assicurato benessere economico a tutto l’impero. Vespasiano fu un un convinto assertore nel salvaguardare senza repressione l’ordine interno, tutelando al tempo stesso i confini esterni. Vespasiano intensificò il processo di romanizzazione di tutti i popoli dell’impero, cancellando così l’iniziale situazione di vincitori e vinti, rendendo tutti i cittadini di Roma. Alla sua morte, sopravvenuta nella sua villa di Cotilia, il feretro venne trasportato a Roma sino al Campidoglio; durante il percorso una folla silenziosa e commossa si inginocchiò al passaggio della salma, rendendo omaggio ad uno dei più grandi condottieri ed imperatori di Roma.

di Francesco Buttarelli 

Francesco Buttarelli docente di lettere nelle suole secondarie di secondo grado, scrittore, saggista, è stato membro della commissione cultura della Regione Lazio. Collabora con la rivista il “Borghese” e “Arte Italia”. Vanta collaborazioni a livello culturale con emittenti televisive. E’ membro di associazioni culturali ed ha ricevuto premi in campo letterario, sia a livello nazionale che internazionale. Attualmente fa parte di giurie nazionali riguardanti premi letterari, di pittura e cinematografia.

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